ALICE SARTORI: APPROFONDIAMO LA SUA CONOSCENZA
Alice Sartori è una Villadies Farmaderbe
Dopo le informazioni personali che ci ha dato lei stessa la scorsa settimana, scaviamo ancora di più nella nuova giocatrice Villadies Farmaderbe: maglia n° 11 Alice Sartori.
Ecco come ha risposto alle nostre domande.
Sin da giovanissima sei approdata a squadre di alto livello e club rinomati. Com'è quell'ambiente? E, se vuoi dircelo, cosa ti ha fatto decidere di ritornare a casa e addirittura fermarti alla fine della scorsa stagione?
Giocare in squadre di alto livello è stato per me un grande onore e una grande soddisfazione, con impegno sono arrivata dove volevo e sono stata molto soddisfatta. Nonostante la fatica e l'enorme impegno che quel mondo richiedeva, mi sono divertita molto e soprattutto sono cresciuta e maturata tantissimo. La crescita personale che ho vissuto in quegli anni mi ha fatto rendere conto che la pallavolo era sempre stata una buona compagna di vita, ma che non sarebbe stata il mio futuro. Sono una persona molto curiosa e vogliosa di imparare, conoscere e sperimentare molte versioni di me, essere solo l'Alice pallavolista (cosa che giocare ad alti livelli un po' mi richiedeva) non mi avrebbe permesso di vivere tutto ciò che ho vissuto e sto vivendo ora. Così ho deciso di tornare vicino a casa, intraprendere il corso di studi in Scienze della Formazione Primaria, e nel mentre fare qualche esperienza lavorativa, ma anche godermi famiglia, amici, e tutti i mille hobby che ho.
Alla fine della scorsa stagione sportiva ho deciso di fermarmi perché è stato un anno molto duro per me, sia fisicamente che psicologicamente, un anno in cui, per vari motivi, avevo perso tutto l'entusiasmo che ho sempre nutrito per questo sport. Ero molto stanca e avevo deciso di concentrarmi sugli studi e sul lavoro, perché da quest'anno ho iniziato finalmente a lavorare come maestra in una scuola primaria.
Poi però la voglia di riscatto si è fatta sentire ed eccomi qui!!
Cosa o chi ti ha convinto a staccare scarpe e ginocchiere dal chiodo e tornare in campo con le Villadies?
Giocare le partite mi è mancato molto in questi mesi di stop, ma soprattutto mi è mancata l'emozione che dà il far parte di una squadra unita, coesa e vogliosa di vincere. La voglia di ricominciare a stare bene in palestra mi ha convinta a tornare in campo con le Villadies e, per ora, non potrei che essere più felice della scelta che ho fatto perché, anche se sono qui da poco, questa squadra mi trasmette belle vibrazioni e sensazioni. Il clima che si respira in allenamento è molto stimolante e nonostante la fatica iniziale che ho fatto (e che ancora un po' sto facendo) per ritrovare la forma fisica adeguata, in allenamento mi diverto e mi sento stimolata a dare il massimo, e questo è dato soprattutto dall'impegno che tutti mettono ogni giorno in palestra.
Ti sei aggregata al gruppo da oltre un mese e ci sono pure ex avversarie di finali regionali giovanili. Com'è stato il primo impatto e ora ti senti già integrata nella squadra?
A questa domanda ho praticamente già risposto in quella precedente. L'impatto direi che è stato buono, sono contenta e mi sto trovando proprio bene.
Definisci che persona sei con 3 aggettivi e che tipo di giocatrice sei con altri 3.
Persona: sincera, emotiva, intraprendente. Giocatrice: sincera, emotiva, intraprendente. Le risposte non possono che essere le stesse, perché in campo e fuori sono sempre io, non c'è nulla di diverso.
Quali consideri le tue qualità migliori dal punto di vista tecnico, tattico o psicologico e su quali aspetti pensi di poter crescere ancora?
Questa è una domanda a cui ho molta difficoltà a rispondere perché sono molto autocritica e penso che posso e devo continuare a migliorare sempre sia dal punto di vista tecnico, che tattico, che psicologico.
Quali sono i tuoi obbiettivi a breve e lungo termine?
Anche se manca ancora un anno e mezzo, l'obiettivo principale che ho in questo momento è laurearmi. Non vedo l'ora!
Se dovessi spiegare a qualcuno perché scegliere di giocare a pallavolo, cosa gli diresti?
Proverei a portare la mia esperienza personale e cioè che la pallavolo è uno sport che mi ha insegnato tantissimo, che mi ha fatto vivere emozioni incredibili, crescere e maturare molto come persona. Grazie alla pallavolo ho imparato la dedizione, l'impegno, il sacrifico, ma anche il saper stare in un gruppo, il dialogo e il confronto.
Qual è la domanda che ti hanno fatto più spesso nelle interviste passate e a cui sei proprio stanca di rispondere?
Beh, non ho fatto così tante interviste da essermi addirittura stancata di rispondere ad alcune domande ma, se proprio devo dirne una che mi è stata fatta sempre e che un po' mi ha stufata, è quella riferita agli anni in cui ho giocato in alte categorie. Mi sembra passata una vita da quel periodo e, nel mentre, ho vissuto tantissime altre esperienze super arricchenti.
Per chiudere: fatti una domanda e datti una risposta. Insomma qual è la domanda che avresti sempre voluto che ti facessero ma che nessuno ti ha mai fatto?
Se potessi scegliere una domanda da farmi sarebbe: "Qual è la cosa più importante che ti ha insegnato la pallavolo?" Risposta: che prendersi delle responsabilità individuali è importante ma che, anche se sembra banale, la forza è il gruppo. Un gruppo coeso e ben sintonizzato è più importante sia della preparazione tecnica che tattica secondo me. La costruzione del gruppo coeso non avviene per caso o per fortuna, richiede impegno da parte di tutti e un dialogo sincero.
Ringraziamo Ali per il suo tempo e per tutte le sue risposte, anche alla domanda che l'ha un pò stufata...
Ancora buona stagione e ti lanciamo un augurio disinteressato e cioè che sia ricca di soddisfazioni... le tue saranno anche le nostre ;-)
scritto da Elisa Fiori
Ecco come ha risposto alle nostre domande.
Anche se hai appena 22 anni, hai avuto occasione di vincere titoli giovanili e farti esperienze immagino molto gratificanti per una pallavolista. Qual è stata la tua soddisfazione più grande finora (una vittoria, un premio personale, un complimento ricevuto...)?
La pallavolo mi ha dato molte gioie e felicità negli anni, la soddisfazione più grande però, più che un premio o una vittoria, sono state alcune persone che questo sport mi ha fatto incontrare, ciò che mi hanno insegnato sia pallavolisticamente che umanamente parlando.Sin da giovanissima sei approdata a squadre di alto livello e club rinomati. Com'è quell'ambiente? E, se vuoi dircelo, cosa ti ha fatto decidere di ritornare a casa e addirittura fermarti alla fine della scorsa stagione?
Giocare in squadre di alto livello è stato per me un grande onore e una grande soddisfazione, con impegno sono arrivata dove volevo e sono stata molto soddisfatta. Nonostante la fatica e l'enorme impegno che quel mondo richiedeva, mi sono divertita molto e soprattutto sono cresciuta e maturata tantissimo. La crescita personale che ho vissuto in quegli anni mi ha fatto rendere conto che la pallavolo era sempre stata una buona compagna di vita, ma che non sarebbe stata il mio futuro. Sono una persona molto curiosa e vogliosa di imparare, conoscere e sperimentare molte versioni di me, essere solo l'Alice pallavolista (cosa che giocare ad alti livelli un po' mi richiedeva) non mi avrebbe permesso di vivere tutto ciò che ho vissuto e sto vivendo ora. Così ho deciso di tornare vicino a casa, intraprendere il corso di studi in Scienze della Formazione Primaria, e nel mentre fare qualche esperienza lavorativa, ma anche godermi famiglia, amici, e tutti i mille hobby che ho.
Alla fine della scorsa stagione sportiva ho deciso di fermarmi perché è stato un anno molto duro per me, sia fisicamente che psicologicamente, un anno in cui, per vari motivi, avevo perso tutto l'entusiasmo che ho sempre nutrito per questo sport. Ero molto stanca e avevo deciso di concentrarmi sugli studi e sul lavoro, perché da quest'anno ho iniziato finalmente a lavorare come maestra in una scuola primaria.
Poi però la voglia di riscatto si è fatta sentire ed eccomi qui!!
Cosa o chi ti ha convinto a staccare scarpe e ginocchiere dal chiodo e tornare in campo con le Villadies?
Giocare le partite mi è mancato molto in questi mesi di stop, ma soprattutto mi è mancata l'emozione che dà il far parte di una squadra unita, coesa e vogliosa di vincere. La voglia di ricominciare a stare bene in palestra mi ha convinta a tornare in campo con le Villadies e, per ora, non potrei che essere più felice della scelta che ho fatto perché, anche se sono qui da poco, questa squadra mi trasmette belle vibrazioni e sensazioni. Il clima che si respira in allenamento è molto stimolante e nonostante la fatica iniziale che ho fatto (e che ancora un po' sto facendo) per ritrovare la forma fisica adeguata, in allenamento mi diverto e mi sento stimolata a dare il massimo, e questo è dato soprattutto dall'impegno che tutti mettono ogni giorno in palestra.
Ti sei aggregata al gruppo da oltre un mese e ci sono pure ex avversarie di finali regionali giovanili. Com'è stato il primo impatto e ora ti senti già integrata nella squadra?
A questa domanda ho praticamente già risposto in quella precedente. L'impatto direi che è stato buono, sono contenta e mi sto trovando proprio bene.
Definisci che persona sei con 3 aggettivi e che tipo di giocatrice sei con altri 3.
Persona: sincera, emotiva, intraprendente. Giocatrice: sincera, emotiva, intraprendente. Le risposte non possono che essere le stesse, perché in campo e fuori sono sempre io, non c'è nulla di diverso.
Quali consideri le tue qualità migliori dal punto di vista tecnico, tattico o psicologico e su quali aspetti pensi di poter crescere ancora?
Questa è una domanda a cui ho molta difficoltà a rispondere perché sono molto autocritica e penso che posso e devo continuare a migliorare sempre sia dal punto di vista tecnico, che tattico, che psicologico.
Quali sono i tuoi obbiettivi a breve e lungo termine?
Anche se manca ancora un anno e mezzo, l'obiettivo principale che ho in questo momento è laurearmi. Non vedo l'ora!
Se dovessi spiegare a qualcuno perché scegliere di giocare a pallavolo, cosa gli diresti?
Proverei a portare la mia esperienza personale e cioè che la pallavolo è uno sport che mi ha insegnato tantissimo, che mi ha fatto vivere emozioni incredibili, crescere e maturare molto come persona. Grazie alla pallavolo ho imparato la dedizione, l'impegno, il sacrifico, ma anche il saper stare in un gruppo, il dialogo e il confronto.
Qual è la domanda che ti hanno fatto più spesso nelle interviste passate e a cui sei proprio stanca di rispondere?
Beh, non ho fatto così tante interviste da essermi addirittura stancata di rispondere ad alcune domande ma, se proprio devo dirne una che mi è stata fatta sempre e che un po' mi ha stufata, è quella riferita agli anni in cui ho giocato in alte categorie. Mi sembra passata una vita da quel periodo e, nel mentre, ho vissuto tantissime altre esperienze super arricchenti.
Per chiudere: fatti una domanda e datti una risposta. Insomma qual è la domanda che avresti sempre voluto che ti facessero ma che nessuno ti ha mai fatto?
Se potessi scegliere una domanda da farmi sarebbe: "Qual è la cosa più importante che ti ha insegnato la pallavolo?" Risposta: che prendersi delle responsabilità individuali è importante ma che, anche se sembra banale, la forza è il gruppo. Un gruppo coeso e ben sintonizzato è più importante sia della preparazione tecnica che tattica secondo me. La costruzione del gruppo coeso non avviene per caso o per fortuna, richiede impegno da parte di tutti e un dialogo sincero.
Ringraziamo Ali per il suo tempo e per tutte le sue risposte, anche alla domanda che l'ha un pò stufata...
Ancora buona stagione e ti lanciamo un augurio disinteressato e cioè che sia ricca di soddisfazioni... le tue saranno anche le nostre ;-)
scritto da Elisa Fiori
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